Navigare attraverso Karnak significa esplorare una vera e propria città sacra. Il complesso si sviluppa su assi principali che seguono precise logiche simboliche e religiose.
L'asse principale est-ovest collega il santuario sacro a ovest con il Nilo a est, simboleggiando il viaggio quotidiano del dio sole Ra.
Inoltre, esiste un asse secondario nord-sud, chiamato "asse reale", che segue simbolicamente il corso del Nilo e collega il Precinto di Amon con quello di Mut.
Il sito è delimitato da un imponente muro di cinta in mattoni di fango che definisce e protegge lo spazio sacro da quello profano.
Grandi portali in pietra si aprono in diversi punti lungo il muro, fornendo accesso alle diverse zone e ai templi all'interno del recinto di Karnak.
Particolarmente impressionante è il primo pilone, risalente alla 30ª dinastia, che con i suoi 113 metri di larghezza, 15 metri di spessore e 40 metri di altezza, rappresenta la struttura più imponente di tutto il complesso.
L'impressionante Viale delle Sfingi rappresenta uno dei collegamenti archeologici più suggestivi dell'antico Egitto, unendo fisicamente e simbolicamente i due grandi centri religiosi di Tebe: il complesso di Karnak Egitto e il Tempio di Luxor.
Le sfingi che fiancheggiano questo impressionante viale processionale non sono tutte identiche. Si possono distinguere tre tipologie principali:
Sfingi con corpo di leone e testa d'ariete (criosphinx): posizionate nella zona tra il tempio di Karnak e il recinto di Mut, rappresentano il dio Amon-Ra e risalgono principalmente all'epoca di Tutankhamon.
Statue di ariete complete: costruite durante la XVIII dinastia sotto Amenhotep III e successivamente trasferite nel complesso di Karnak.
Sfingi tradizionali con corpo di leone e testa umana (androsphinx): queste rappresentano la forma più comune, estendendosi per oltre un miglio fino al Tempio di Luxor. Furono in gran parte erette da Nectanebo I e presentano fattezze del faraone.
Originariamente, l'intero viale ospitava ben 1.057 statue, di cui oggi ne rimangono circa 300.
Nella karnak mappa, questo viale rappresentava molto più di un semplice collegamento architettonico.
Il suo ruolo principale era quello di fornire un percorso sacro per le processioni religiose, in particolare durante il Festival di Opet, quando le statue degli dei della triade tebana (Amon, Mut e Khonsu) venivano trasportate tra i due templi.
I maestosi piloni di Karnak rappresentano una delle caratteristiche più imponenti dell'architettura templare egizia, fungendo da solenni portali che delimitavano aree sacre e impressionavano i visitatori con la loro monumentalità.
I piloni servivano come superfici ideali per esibire il potere del faraone attraverso elaborate decorazioni.
Il secondo pilone presenta scene di battaglia: sul lato nord opera di Seti I e sul lato sud di Ramses II, che ti fece incidere anche il testo del trattato di pace con gli Ittiti.
Il terzo pilone, costruito da Amenhotep III, era parzialmente rivestito d'oro, evidenziando l'opulenza dell'Egitto durante il suo regno.
Un aspetto affascinante è che molti piloni contengono al loro interno blocchi di pietra riciclati da monumenti più antichi.
Il secondo pilone, ad esempio, nasconde migliaia di blocchi provenienti da monumenti di Akhenaton, mentre il terzo conserva materiali dalla Cappella Bianca di Senusret I e dalla Cappella Rossa della regina Hatshepsut, ora esposte nel museo all'aperto di Karnak.
Thutmose I fu il pioniere, erigendo l'enclosure wall che collegava il quarto e quinto pilone, costituendo la parte più antica del tempio ancora esistente.
Amenhotep III costruì il terzo pilone, mentre Horemheb realizzò il secondo, completato poi da Ramses I e Ramses II.
Thutmose III edificò il sesto pilone, che conduce alla Sala dei Registri dove il re documentava i suoi tributi.
Sulla karnak egitto mappa, questi piloni rappresentano punti di riferimento fondamentali per comprendere non solo la struttura del tempio, ma anche la successione dei faraoni e le loro ambizioni architettoniche.
| Monumento | Periodo | Dimensioni | Funzione Principale | Caratteristiche Distintive |
|---|---|---|---|---|
| La Sala Ipostila | 1300 a.C. circa | 5.000 m² | Spazio cerimoniale | 134 colonne (12 centrali di 24m, 122 laterali) |
| Il Viale delle Sfingi | 1479-362 a.C. | 2,7 km | Via processionale | 1.057 sfingi originali (300 rimaste) |
| Il Wadjet Hall | Regno di Thutmose I | 75m x 14m | Cerimonie di incoronazione | Ospitava il festival heb-sed |
| I Piloni di Karnak | XXX dinastia - Nuovo Regno | 113m x 15m (primo pilone) | Ingressi monumentali | 10 piloni totali su assi est-ovest e nord-sud |
| Il Tempio di Aton | 1353 a.C. circa | N/A | Culto del disco solare | Costruito con blocchi "talatat", poi demolito |
| Il Tempio di Khonsu | 1186-1155 a.C. | N/A | Culto della divinità lunare | Uno dei templi meglio conservati |
| La Mappa del Complesso | 1971 a.C. - 100 d.C. | 100 ettari | Organizzazione spaziale | Diviso in 4 precinti principali |
| Il Festival di Opet | Nuovo Regno | N/A | Celebrazione religiosa | Durata da 11 a 27 giorni |
| Curiosità e Numeri | N/A | 247 acri totali | N/A | 80.000 servitori, 5.000 statue |
Il nome "Karnak" deriva dall'arabo "Karank", che significa "fortezza" o "luogo fortificato".
Originariamente, il sito era conosciuto come "Ipet-Isut" dagli antichi egizi, che significa "il luogo scelto".
Karnak è uno dei complessi templari più grandi e significativi dell'antico Egitto, dedicato principalmente al dio Amon-Ra.
Il nome "Karnak" deriva dall'arabo e significa "villaggio fortificato".
Questo nome riflette la natura del complesso, che è costituito da una serie di templi, cappelle e altri edifici disposti in modo simile a un villaggio.
La costruzione del complesso di Karnak è avvenuta nel corso di circa 2.000 anni, iniziando intorno al 2055 a.C. e continuando fino al periodo romano.
Durante questo lungo arco di tempo, diversi faraoni contribuirono all'espansione e alla decorazione del sito, rendendolo uno dei più grandi e complessi templi dell'antico Egitto.
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